Villaggi rupestri in terra di Taranto

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Per numero e concentrazione, gli insediamenti rupestri dell’arco ionico tarantino hanno una particolare importanza nel quadro dell’habitat rupestre. Le gravine di Mottola, Massafra, Castellaneta, Laterza e Ginosa, coniugano infatti insospettabili concentrazioni di bellezze naturali e di testimonianze di vita organizzata. Ognuna di esse corrisponde ad un complesso agglomerato urbano, sviluppatosi nelle pareti della gravina, come nel caso di quella di Massafra, che deve il suo nome alla chiesa rupestre dedicata a San Marco, un’aula a tre navate in origine interamente affrescata. Sul versante orientale, nella cripta della Candelora, sono ripetuti le forme e gli schemi delle chiese costruite in superficie, soprattutto nel tipo di coperture, che imitano alla perfezione cupole, crociere e soffitti a doppia falda; immagini di santi e vergini con Bambino di tradizione bizantina sfilano sulle pareti, accompagnandosi alla scena della Presentazione di Gesù al tempio. Santi, vergini, episodi vetero e neo-testamentari, raffigurazioni di Cristo affollano un po’ ovunque gli spazi disponibili all’interno delle grotte-santuario: così in San Leonardo, o nella Madonna della Scala o, ancora, nel San Simeone in Famosa, al confine con il territorio di Mottola.

Agli occhi dei più i Santi e le Madonne bizantineggianti tipici della “maniera greca” sembrano tutti uguali, talvolta troppo rigidi e tristi, fermi in un tempo lontanissimo dal nostro modo di sentire. Invece possono essere coinvolgenti ed emozionanti, come accade nella cripta di San Nicola, in agro di Mottola, definita dell’effetto delle sue pareti affrescate. Interessante antologia della koinè bizantino-mediterranea, i dipinti risalgono completamente le pareti della cripta. E’ un trionfo di colori, di rossi, di neri, bianchi, ocra, blu, verdi e gialli brillanti che, a dispetto della ieraticità delle pose delle figure, riescono a conferire all’insieme una vivacità insospettata.


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