Tempietto di Seppannibale

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In origine era forse una chiesa intitolata a San Giovanni Evangelista, o a Santa Maria, o anche a San Pietro Veterano. Oggi è semplicemente il “Tempietto di Seppannibale”: il nome gli deriva da Giuseppe Annibale Indelli, che in età moderna fu proprietario dei fondi circostanti. Il monumento costituisce uno dei rarissimi esemplari di architettura longobarda in Puglia: venne eretto alla fine dell’VIII secolo, in coincidenza con l’avvento di Arechi II sul trono di Benevento, sede del ducato – e poi principato – della Longobardia Minor. L’edificio, di dimensioni contenute, presenta una pianta quadrangolare a quattro navatelle: quella centrale, caratterizzata da cupole in asse, è absidata, mentre le laterali hanno la volta a semibotte. Il sostegno delle coperture è affidato ai pilastri monolitici con capitelli scolpiti a palmette allungate. Gli ingressi sono da Nord e da Ovest. L’abside risulta parzialmente crollata. Tuttavia, sulla parte interna dell’arco absidale rimane traccia dell’iscrizione + HUNC TEMPLUM DI EGO FIAERI ROGAVIT, comprensiva di un monogramma, non ancora decifrato, in cui potrebbe essere celata l’identità criptata del vescovo committente, Il ciclo pittorico interno era destinato a rivelare ai credenti, attraverso le immagini, episodi tratti dai racconti biblici: l’Annuncio di Gabriele a Zaccaria nella navatella sudorientale; la scena di Rivelazione di San Giovanni nella cupola orientale; le Sette Lampade, la donna con le ali e il dragone nella cupola orientale; Santa Giulia, San Lorenzo, Santo Stefano e un personaggio ignoto nei tamburi. Qua e là si notano ornamenti floreali e geometrici, una presunta immagine di Gerusalemme, dodici Teste di apostoli, vasi e anfore, pavoni e uccelli, una Mano riprodotta due volte, una Ruota con velum e una testa di Cristo, fra simboli talora oscuri e iconografie più facilmente intellegibili. Gli apparati figurativi si pongono lungo un’ideale linea di continuità rispetto agli affreschi beneventani della chiesa di Santa Sofia e alle posteriori pitture del monastero di San Vincenzo al Volturno: complessi entrambi di pertinenza benedettina, come benedettino doveva essere, probabilmente, il “Tempietto di Seppannibale”. Si trova in agro di Fasano percorrendo la SS. 16:  coordinate: 40°51′59.94″N 17°20′52.46″E


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