Messapi, Peuceti, Dauni

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Arrivarono tutti dal mare, chi dalla dirimpettaia Illiria, chi dalla Grecia, chi prima ancora dalle isole egee e dalle lontane isole di Rodi e di Creta. Certo è che la Puglia, immersa com’è nel cuore del Mediterraneo, già nel II millennio a.C., come è attestato dagli insediamenti venuti alla luce dalle varie campagne di scavo e dai materiali ritrovati un po’ in tutta la regione, doveva essere punto di approdo o quanto meno di semplice attracco di tutti coloro che da Oriente si spostavano verso occidente. 1600 anni prima di Cristo arrivarono in Puglia le popolazioni pelasgiche del Peloponneso. Secondo Dionigi di Alicarnasso fu questa la prima spedizione coloniale greca verso l’Occidente. E fu Peucezio, fratello di Enotrio e figlio di Licaone, a sua volta figlio del leggendario re Pelasgo, a mettere piede nella Puglia meridionale, al di sopra del Capo Japigio, da dove fu cacciato più a nord dalle popolazioni locali che, ben organizzate, respinsero quella invasione. Nasceva allora la Peucezia, una vasta area che comprendeva il territorio a nord di Egnazia sino a Bari e oltre e, a occidente, sino ad Altamura e Gravina, al confine con le bellicose popolazioni lucane. Nel XIV sec. a.C. un altro greco, proveniente questa volta da una regione tra la Beozia e la Tessaglia, Messapo, guida di una spedizione di coloni che ben si integreranno con le popolazioni autoctone, verso il sud della Puglia, nel Salento. Nasce così la Messapia, una regione che grosso modo comprende le attuali province di Lecce, Brindisi e Taranto. Nel capoluogo ionico arriveranno popolazioni micenee ed achee, prima ancora dello sbarco dei Partenti di Falanto nell’VIII sec. a.C. Intorno al XIII sec. a.C., la regione viene interessata da altri arrivi, questa volta di cretesi e poi, a distanza di un secolo, da popolazioni illiriche. Dall’Illiria giunge Dauno che occupa i territori a nord della Puglia, tra l’odierna provincia di Foggia e quella di Bari. Nello stesso secolo tocca le coste garganiche Diomede, l’eroe greco che ha combattuto a Troia, ma che, non potendo rientrare ad Argo per la infedeltà della moglie, con i suoi soldati prosegue verso l’Italia. I due condottieri, Dauno e Diomede, in parte accolti dalle popolazioni locali, in parte sottomettendo i ribelli autoctoni con la forza, fondano un nuovo stato che prende il nome dal primo dei due. La Daunia confinava a sud con la Peucezia e a nord con il territorio degli Apuli, la più antica popolazione pugliese che, per via delle varie ondate coloniali, era stata costretta a ritirarsi in un’area molto angusta, presso il Sinus Urias, il Golfo di Rodi Garganico o, più a oriente, dove vi era l’importante città di Uria o Hyria che, stando alle ultime ricerche e a quanto è venuto fuori nel corso dei recenti scavi, corrisponderebbe a Vieste. Erano in quell’area, secondo Strabone, i “veri apuli”, anche se ormai parlavano la lingua dei colonizzatori e avevano assorbito la civiltà dei vincitori.


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