Masserie come Castelli

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Il termine “masseria” deriva da massae o massaricius, con cui si indicavano estensioni di terreno dotate di costruzioni -residenze padronali e coloniche, ovili, frantoi, cantine, depositi per gli attrezzi e altro ancora- attraverso le quali si svolgevano e si orientavano i cicli di produzione del lavoro agricolo e delle funzioni legate alla pastorizia o all’allevamento del bestiame. Soprattutto dal Cinquecento in avanti, ciascuna masseria pugliese è da intendersi come un florido centro di coltivazione e allevamento perfettamente autosufficiente, non di rado realizzato con modalità architettoniche adatte a respingere ogni tipo di assalto e proposito predatorio. Ecco quindi comparire, a rinforzo delle masserie, gli elementi costruttivi necessari alla difesa degli attacchi esterni: mura di cinta interrotte soltanto da un portale, torri, camminamenti di ronda lungo i parapetti di coronamento, scale ricavate nello spessore della muratura, garitte, feritoie e caditoie in corrispondenza di finestre e porte. Si tratta di un corredo edilizio mutuato essenzialmente dall’architettura castellana, che serviva a proteggere un’unità composta, in cui venivano a essere coordinati gli aspetti residenziali, lavorativi, associativi e religiosi della vita di campagna: gran parte delle masserie possiede tuttora, fra l’altro, la tradizionale chiesa dove i proprietari e il contado potevano, e in alcuni casi possono ancor oggi, celebrare i riti cristiani. Sotto il profilo prettamente architettonico, spesso le masserie denunciano rimaneggiamenti e aggiunte progressive di ulteriori corpi di fabbrica agli ambienti originari, in base alle esigenze che, di volta in volta, si presentavano nello svolgimento delle varie attività agro-pastorali. In molti casi, l’apprestamento di apparati fortificatori, oltre a scongiurare episodi di brigantaggio locale, permetteva alle masserie di andare a corroborare lo scacchiere di castelli, di torrioni costieri e di presidi militari che, fra il Cinque e il Seicento, erano stati dislocati nell’italia meridionale per arginare i raid –in verità, man mano sempre più rari- effettuati dai vascelli ottomani e dalla pirateria turco-barbaresca a danno del regno spagnolo, che proprio nel mezzogiorno italico aveva l’avamposto più estremo in faccia all’incombente impero sultanale.


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