Con la Constitutio sive encyclica super massariis curiae procurandis et provide regendis, l’imperatore Federico II di Svevia istituì l’usanza di compilare annualmente un inventario delle masserie regie e delle relative produzioni. Il sovrano stabiliva che il provisor o magister massariarum dovesse farsi consegnare gli inventari in ottobre e che vigilasse sul regolare funzionamento delle fattorie, intervenendo nel caso di un calo della produzione dopo aver constatato se i danni fossero stati prodotti da calamità naturali o dalla negligenza dei massari. Sulla base allo statuto federiciano, il controllore delle masserie era investito dall’autorità imperiale del compito di effettuare precise verifiche: “Ci si informi – era la prescrizione di Federico II – anche direttamente da ciascun massaro della quantità di semina e di raccolto, in modo da controllare la corrispondenza fra lavoro e prodotti; si guardi se i massari ripongono il vino in contenitori adatti e puliti; e si controlli se gli edifici sono in buono stato o, al contrario, bisognosi di riparazioni, e quali: in tal caso, si insista presso i massari perché essi provvedano ai necessari lavori. Si verifichi se le masserie dispongono di legna, paglia, fieno, e di terre fertili, se vi è sufficienza di api, e se vi sono coltivati sorgo, avena, miglio, panico, spelta, legumi, cotone e canapa, che noi vogliamo siano seminati in ogni masseria; si controlli se vi sono in sufficiente quantità oche,. galline, anatre, capponi e pavoni, e se dalle penne di questi animali i massari ricavano letti e guanciali, e quanti per ognuno. Si indaghi se i massari hanno impiantato vigneti, oliveti e alberi da frutta in luoghi adatti delle masserie; se procedono a castrare buoi, arieti e becchi; se fanno ingrassare gli animali per la cucina della Corte o, quando non siamo nel regno, per procurare alla corte un guadagno della loro vendita…”.
Che dire…Altro che i manager odierni……