Le masserie in età moderna

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I sistemi di fortificazione delle aziende agro-pastorali pugliesi dovettero generalizzarsi fra il Cinque e il Settecento. E’ questo il principale periodo di elaborazione architettonica per molte delle grandi masserie che, infittendosi nelle campagne o elevandosi verso la costa, tuttora contraddistinguono il paesaggio pugliese, rendendolo unico al mondo. Sul piano storico-politico, i primi secoli dell’età moderna furono segnati dalla pesante dominazione della Corona di Spagna, che fece del Mezzogiorno d’Italia un vice-regno – con capitale a Napoli – dell’immenso impero iberico. Sono anni che determinano la cristallizzazione di un’amministrazione statale ossessionata dal reperimento di fondi per sostenere un’inesausta catena di guerre a livello continentale e intercontinentale. Ma sono anche gli anni di una feudalità coriacea e violenta, vessatoria e prepotente, tale da cagionare l’esplosione di frequenti rivolte urbane e contadine, dettate spessissimo dall’indigenza della popolazione e dalla negazione dei diritti più elementari. I periodi di crisi sociale, economica, politica e religiosa dovettero coincidere sovente con il riacutizzarsi dei tumulti, cagionati dal declino dei livelli di vita delle masse popolari e dal crollo delle strutture che, nel mondo rurale, regolavano i rapporti fra i proprietari, gli imprenditori e i contadini poveri. In un simile frangente della storia pugliese, le masserie ripresero a connotare la vita e l’economia delle aree rurali, configurandosi come un elemento fisicamente e indissolubilmente legato al territorio, emblema stesso di una società e delle intrinseche dinamiche insediative.


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