L’Alabastro di Alberobello

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Il nostro sottosuolo carsico permette il percolamento e la circolazione delle acque, tale fenomeno genera la pietra calcarea, materia prima per le nostre case; ma questo evento naturale – che fra l’altro mantiene sempre verdi le nostre campagne pur non avendo corsi d’acqua superficiali – ha donato ad Alberobello una zona geologica particolarmente formata da una roccia tecnicamente chiamata ALABASTRO da alabastra, antica città egizia. L’alabastro alberobellese si presenta con tessitura fibroso-compatta che permette di ridurre la roccia in piccole dimensioni e facilita la lavorazione con lo scalpello ed il tornio e permette un’accurata levigatura che gli conferisce una incomparabile lucentezza, mettendo in rilievo le sfumature dei colori e la traslucidità. la prima cava in territorio alberobellese fu aperta nel 1907 nella collina denominata Bosco Mozzone, un’altra cava fu aperta nel 1912 in località Concolino, territorio facente parte della bellissima masseria Malvischi. Da queste cave il materiale ricavato permetteva la realizzazione di pilastri, pilastrini, cornici, lesene, stipi, architravi, lastre di rivestimento fasce di ripiani, eccetera. L’alabastro di Alberobello è stato usato a Roma per il palazzo di Montecitorio per le colonne dell’ingresso dell’aula assembleare. Ad Alberobello per l’altare della Basilica dei Santi Medici e altre opere. Attualmente qualche artigiano realizza ancora piccoli oggetti di arredo scavando in quelle zone e trovando piccoli pezzi di alabastro. La coltivazione delle cave infatti si è fermata per alto costo di esercizio dovendo rimuovere numeroso materiale inerte per portare alla luce un filone lavorabile. Le notizie e la storia di questo nobile prodotto sono riportate in un eccellente e professionale opuscolo del prof. Gino Angiulli – geologo e storico alberobellese – dal titolo “L’Alabastro di Alberobello” – nel 1997.


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