La Gravina di Ginosa

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La gravina di Ginosa può annoverarsi tra quelle di media grandezza, ma la sua caratteristica peculiare è di alternare tratti dove la natura è rimasta abbastanza inalterata ad altri profondamente trasformati dall’attività umana. Salvo qualche tratto di vegetazione piuttosto fitta, non si incontrano difficoltà e dislivelli particolari.

Da vedere: il primitivo nucleo abitato di Ginosa, risalente al periodo della Magna Grecia, era situato su un pianoro alla sommità di uno sperone roccioso che domina un meandro del solco erosivo e sulle sue ripide scarpate, nelle quali fu scavato un villaggio rupestre con grotte adibite ad abitazioni, forni e fornaci, chiese, strade, ecc. Il suggestivo insediamento è oggi visitabile facilmente. Una parte del centro storico è formata da costruzioni in elevato che inglobano le preesistenti grotte e scendono sino alla base della gravina. Molto interessanti gli affreschi della chiesa rupestre di S. Sofia. Il tratto più a monte della gravina ha invece mantenuto un aspetto naturale, con ricca vegetazione spontanea costituita da pineta e macchia mediterranea e punti panoramici.

Avvicinamento in auto: l’itinerario qui proposto parte dal centro storico di Ginosa, quindi basta percorrere la via centrale di questo e parcheggiare l’auto in prossimità della chiesa Matrice.

Percorso a piedi: una strada in discesa conduce direttamente al villaggio rupestre, dislocato sulla parete della gravina a vari livelli. Dopo la visita del sito, si scende al fondo per risalire dall’altra parte su un ben visibile tratturo fiancheggiato da muretti a secco, fino alla chiesa rupestre di S. Sofia, interessante per gli affreschi. Poi si ritorna al fondo e si svolta a destra fino al punto di confluenza di un ramo laterale, che si imbocca. Tenendosi sulla sinistra di una cava abbandonata di pietra si risale il versante e piegando ancora a sinistra si raggiunge la provinciale Laterza-Ginosa. Dopo aver attraversato la strada con cautela, si ridiscende verso il fondo della gravina, raggiunto il quale si piega a destra per percorrerlo verso monte in un ambiente che gradualmente diviene più naturale e ricco di vegetazione. Seguendo sempre il sentiero di fondo in direzione Nord-ovest si giunge ad una confluenza dove bisogna proseguire per il ramo principale che, anche se meno evidente, è quello di destra. Circa 200 m dopo si incontra un’altra confluenza, anche questa poco evidente, dove per proseguire sul ramo principale bisogna piegare ancora decisamente a destra in direzione Est-sud-est. Segue un tratto di gravina con fitta vegetazione lungo il quale si può ad un certo punto risalire il versante di destra, fino ad un pianoro più aperto e panoramico con alcuni ruderi di vecchi ricoveri in pietra a secco. Di qui si può iniziare il ritorno oppure ridiscendere e proseguire ancora fino al punto dove la gravina è sovrastata da un ponte stradale. In ogni caso, al ritorno si segue sempre il fondo del solco erosivo senza . Dopo essere passati sotto un ponte, già nell’abitato di Ginosa, si percorrerà il tratto urbano della gravina, fino ad un’ansa ove c’è un’ampia gradinata; di qui si può risalire alla chiesa Matrice e quindi al punto di partenza.


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